Avanti verso la pace in Irlanda del Nord:
La risoluzione del conflitto necessita di democrazia, giustizia, cooperazione e fiducia
E’ nostra speranza che in particolare il Governo Britannico abbia imparato una lezione da quest’ultima, profonda crisi: la sospensione delle Istituzioni previste dall’Accordo del Venerdì Santo, operata dal Segretario di Stato britannico lo scorso 11 Febbraio, ha quasi ucciso l’Accordo stesso, producendo uno stallo nella più delicata e vitale parte di un processo concepito per permettere la cessazione del conflitto mediante una cooperazione concordata, inclusiva di tutte le parti esistenti in Irlanda del Nord, basata su un mandato democratico estrinsecatosi attraverso il voto popolare.
Le otto settimane durante le quali le Istituzioni hanno funzionato, hanno dimostrato che il processo di pace può avere successo. La Devolution ha operato in modo di gran lunga migliore di quanto chiunque si fosse aspettato, ed ha avuto un forte supporto popolare da parte di entrambe le comunità. Queste otto settimane hanno permesso di cogliere uno scorcio di ciò che sarà possibile nel futuro, se la volontà ed il voto del popolo Irlandese saranno rispettati, senza scambi di lettere sottobanco o interferenze da parte di Londra. Questo breve periodo è stato capace di provare che c’è una strada alla soluzione del conflitto, perché al di là di tutte le differenze tra le parti in causa, il mero fatto di cooperare ha chiuso la bocca a falchi di entrambi gli schieramenti.
Ha costituito un triste ed ironico sviluppo il fatto che la sospensione delle Istituzioni che mirava - nelle intenzioni degli Unionisti e del Governo Britannico - a costringere l’IRA allo smantellamento dei propri arsenali nei termini posti dagli Unionisti stessi, abbia dato forza a coloro che si oppongono al processo di pace su entrambi i fronti, così di fatto incoraggiando un ritorno alla strategia della violenza, metre - peraltro - le armi dell’IRA sono rimaste silenziose. La scorsa settimana ha visto un’impennata degli attacchi dei Lealisti nei confronti dei Nazionalisti e dei Repubblicani irlandesi, tanto nei confronti di attivisti repubblicani quanto nei confronti di normali cittadini. Con una frequenza pressoché giornaliera nazionalisti e repubblicani vengono informati che i loro nomi sono stati rinvenuti nelle liste dei bersagli dei gruppi terroristici lealisti, e che le loro vite sono in pericolo.
Le ultime settimane hanno altresì visto l’incremento delle intimidazioni effettuate dall’Esercito Britanico e dalla RUC nelle aree nazionaliste e repubblicane, in chiara contraddizione con gli impegni di smilitarizzazione assunti dal Governo Inglese nell’Accordo del Venerdì Santo. Eppure, nonostante tutti i tentativi, da parte del fronte unionista del "no" agli accordi e dei militaristi inglesi, di seppellire il processo di pace, l’IRA ha mantenuto il cessate il fuoco. L’IRA ha raggiunto la comunità Unionista con la sua recente dichiarazione in sostegno dell’Accordo. Noi speriamo che la risposta della Comunità Unionista e dei suoi rappresentanti costituirà un ritorno alla mutua collaborazione per la risoluzione definitiva del conflitto.
La maggior parte del tempo trascorso dalla firma dell’Accordo del Venerdì Santo è stato buttato via tra scadenze disattese e precondizioni miranti allo stallo ed al blocco di ogni progresso politico.
Si è trattato di un periodo caratterizzato dalla mancanza, da parte del Governo Inglese, del rispetto delle obbligazioni assunte con la firma dell’Accordo.
Sollecitiamo pertanto il Governo Britannico ad onorare i propri impegni ed a riattivare le Istituzioni sospese, a riconoscere e garantire che le basi di ogni ulteriore decisione circa il futuro dell’Irlanda del Nord saranno il rispetto del processo democratico e della volontà degli elettori del nord e del sud dell’Irlanda.
Sollecitiamo il Governo Britannico a dare attuazione ai più urgenti aspetti dell’Accordo del Venerdì Santo senza ulteriori indugi. La fine del conflitto in Irlanda del Nord richiede democrazia, eguaglianza e giustizia per tutti.